like a ri-iver
Giuseppe Ungaretti
*Cotici, il 16 agosto 1916*
Mi tengo a quest’albero mutilato
Abbandonato in questa dolina
Che ha il languore
Di un circo
Prima o dopo lo spettacolo
E guardo
Il passaggio quieto
Delle nuvole sulla luna
Stamani mi sono disteso
In un’urna d’acqua
E come una reliquia
Ho riposato
L’Isonzo scorrendo
Mi levigava
Come un suo sasso
Ho tirato su
Le mie quattro ossa
E me ne sono andato
Come un acrobata
Sull’acqua
Mi sono accoccolato
Vicino ai miei panni
Sudici di guerra
E come un beduino
Mi sono chinato a ricevere
Il sole
Questo è l’Isonzo
E qui meglio
Mi sono riconosciuto
Una docile fibra
Dell’universo
Il mio supplizio
È quando
Non mi credo
In armonia
Ma quelle occulte
Mani
Che m’intridono
Mi regalano
La rara
Felicità
Ho ripassato
Le epoche
Della mia vita
Questi sono
I miei fiumi
Questo è il Serchio
Al quale hanno attinto
Duemil’anni forse
Di gente mia campagnola
E mio padre e mia madre.
Questo è il Nilo
Che mi ha visto
Nascere e crescere
E ardere d’inconsapevolezza
Nelle distese pianure
Questa è la Senna
E in quel suo torbido
Mi sono rimescolato
E mi sono conosciuto
Questi sono i miei fiumi
Contati nell’Isonzo
Questa è la mia nostalgia
Che in ognuno
Mi traspare
Ora ch’è notte
Che la mia vita mi pare
Una corolla
Di tenebre
This mutilated tree gives
Me support, left in this pot-hole
It has the bitterness of a circus
Before or after the show.
I watch
The quiet passage of
Clouds over the moon.
This morning I stretched
Myself in an urn of water,
Like a relic, and rested.
The Isonzo scoured
Me like
One of its stones.
I pulled my four
limbs together,
And went, like an acrobat,
Over the water.
Crouched by my clothes
Fouled with war, I inclined
My head, like a Bedouin,
To receive the sun.
This is the Isonzo.
And it is there I
Most see myself
In the universe
A compliant
Thread.
My pain is
When I do not believe
Myself in harmony.
But those hidden
Hands give as they knead me
A rare joy.
I have relived
The stages of my life.
The Serchio: from
Which have drawn, perhaps
For two thousand years
My country people, my father,
My mother.
This is the Nile
That has seen me be born,
And grow
And burn in ignorance on
Extending plains.
This is the Seine; and I mingled
In that muddiness learning each
Part of all myself.
These are my rivers confluent
In the Isonzo.
This is my nostalgia
That in each
One shines through me, now
It is night, and my life seems
A budding
Off of shades.